Natura

Le piante carnivore

Tutti forse abbiamo visto almeno una volta nella vita (in foto, in qualche documentario, o magari anche in un film di fantascienza) una pianta carnivora, e la immaginiamo come spesso viene rappresentata anche da chi la disegna o la dipinge, ovvero bella, elegante, sinuosa, e con foglie dotate di sottili ma letali dentini, pronti a serrarsi di colpo ed intrappolare piccole prede che serviranno al suo sostentamento.

Ebbene, questa immagine corrisponde in effetti ad una specie di pianta carnivora conosciuta coma Venere acchiappamosche, la pianta carnivora per eccellenza. Fu Charles Darwin nel 1875 il primo a parlare delle piante carnivore in un suo trattato, e già a quei tempi se ne ipotizzava l’esistenza di molte specie diverse; studi più approfonditi fatti successivamente parlano oggi dell’esistenza di circa 600 specie di piante carnivore sparse un po’ qua e un po’ la sul nostro pianeta.

Dove crescono e come si riproducono le piante carnivore

Nel caso volessimo tenere una pianta carnivora nel salotto di casa nostra, la cosa non risulterebbe poi neppure così difficile vista l’elevata capacità di adattamento che essa ha per vari tipi di ambiente; in natura la si può trovare tanto in prossimità di paludi o piccoli corsi d’acqua, quanto tra le rocce o in mezzo ad un cumulo di resti vegetali chiamato torba, ma basterebbe solo qualche piccolo adattamento al nostro salotto per far si che cresca sana e forte anche a casa nostra.

Le piante carnivore possono riprodursi sia sessualmente che asessualmente; nel primo caso attraverso la formazione di fiori che verranno poi fecondati per generare nuovi semi, nel secondo invece mediante la produzione di gemme, che a loro volta genereranno altre foglie, fiori e rami. Ma la scoperta più strabiliante che gli studiosi hanno fatto, è che queste piante hanno sviluppato un sofisticato sistema che permette loro di riconoscere, e quindi non depredare, gli insetti impollinatori di cui necessitano, mentre invece si nutrono di tutti gli altri.

Caratteristiche delle piante carnivore

Analizzando un po’ più da vicino questi affascinanti ed ingannevoli esseri, diciamo subito che sono delle piante erbacee, quindi abbastanza basse e con un fusto verde di modeste dimensioni, e che a causa della quasi totale mancanza di sostanze nutritive naturali nell’abitat dove solitamente crescono, assumono i nutrienti necessari per il loro sviluppo dalle proteine che ricavano intrappolando e digerendo insetti grazie alle loro foglie dentate.

Le loro radici sono abbastanza piccole se proporzionate alle dimensioni della pianta stessa, e questo viene spiegato dai biologi con il maggior dispendio di energie che essa dedica allo sviluppo delle sue ‘armi da caccia’ piuttosto che alla fortificazione della biomassa radicale; saranno quindi le foglie ad avere il compito di procurare tutti i nutrienti e non le radici. Sono classificate tra le piante perenni, ovvero quelle che hanno una vita certamente superiore ai due anni, che in alcuni casi può allungarsi molto di più se le condizioni del suo habitat non subiscono cambiamenti.

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Tecniche di intrappolamento

Specifichiamo subito una cosa: i denti di cui sono dotate le foglie delle piante carnivore non servono a masticare, come potremmo aver visto in qualche film di fantascienza o fumetto trash-horror; è bene sapere che essi si chiamano ciglia, e che la loro funzione è unicamente quella di serrarsi ad incastro tra loro per intrappolare la preda ed impedirle la fuga, non quello di azzannarla e dilaniarla.

Dopo infatti che le setole delle foglie della Dionaea (nome scientifico della classica pianta carnivora dentata di cui stiamo parlando) avranno agito come esca ed attirato qualche malcapitato insetto di passaggio, le foglie ‘cigliate’ si chiudono di colpo, intrappolando la preda ed emettendo enzimi che danno il via al processo di digestione della stessa. Altre specie di piante carnivore utilizzano invece sistemi di intrappolamento diversi come quello a colla in cui le foglie secernono un materiale appiccicoso che blocca la preda, o anche ad aspirazione, mediante il risucchio dell’insetto catturato in delle sacche formate dalle foglie stesse.

Le piante carnivore in tv ed al cinema

A causa della loro forma spesso sottile e sinuosa ed al loro sistema di caccia con foglie dentate che si chiudono a scatto, ma soprattutto grazie alle fantasie di tantissimi artisti che hanno utilizzato le piante carnivore come soggetti delle loro creazioni, questi esseri hanno da sempre attirato l’attenzione sia di scrittori, pittori, vignettisti, registi e produttori televisivi, sia del pubblico di lettori, telespettatori, amanti del cinema o del fumetto horror.

Nel film Jumanji del 1995 ad esempio ne vengono rappresentate alcune gigantesche, capaci addirittura di ingoiare una macchina, ed anche in e venne il giorno del 2008 appaiono piante carnivore che si nutrono di uomini; addirittura nel famoso videogioco della Nintendo Super Mario Bros ci sono nemici spesso rappresentati da piante piranha, e queste vengono raffigurate esattamente come la Dionaea che abbiamo conosciuto prima.